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Circumnavigazione del Lago di Martignano |
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Il
Lago di Martignano, di origine vulcanica, come i bacini
circostanti di Bracciano, Stracciacappa e Baccano (questi ultimi due
si prosciugarono successivamente), è uno dei laghi del Lazio.
Le sue coste sono divise fra i comuni di Roma,
Anguillara Sabazia e Campagnano di Roma.
Occupa un'area di 2,440 km quadrati e si trova
a 305 metri sopra il livello del mare. Ha una profondità massima di
circa 60 m.
Il lago ha alcuni piccoli immissari, per lo
più stagionali, mentre non ha alcun emissario. Il bacino ha una
lunghezza di 2,015 km e una larghezza di 1,545 km. Il perimetro
lacustre è di circa 6 km.
Il lago di Martignano,
formatosi oltre 130.000 anni fa, era conosciuto dai Romani, che lo
frequentavano come luogo di villeggiatura e vi attingevano l'acqua
utilizzando
l'acquedotto
Alseatium costruito nel 2 a.C. da Augusto
per rifornire la Naumachia di piazza San Cosimato a Trastevere
dedicata a Giulio Cesare.
Sul lago non si affaccia alcun centro abitato
(tranne qualche rara abitazione agricola, tra cui un agriturismo) e
nessuna strada è stata costruita nel circuito perimetrale, questo ha
consentito al luogo di restare pressoché incontaminato. Oggi è infatti
tappa frequente per gli appassionati di trekking e di canoa.
Il lago, nonostante sia praticamente attaccato al bacino del lago di
Bracciano, non ha collegamenti con esso. Il lago si trova all'interno dell'area protetta del Parco naturale regionale del complesso lacuale di Bracciano - Martignano. |
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Il
completo periplo del lago effettuato in navigazione subacquea con
l'ausilio di scooter Zeuxo |
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DATI PRINCIPALI:
La circumnavigazione
del Lago di Martignano è stata da svolta in una immersione unica per
la durata di 3 ore e 43 minuti, che sono serviti per coprire i 6 Km di
circonferenza del lago.
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ATTREZZATURA UTILIZZATA: |
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ROLANDO DI GIORGIO
Rebreather HammerHead
Bail Out: Ean 32 e 50/20
Scooter: Zeuxo 42 e 28
Deco plan: Mnemonic UTRtek |
MASSIMO BARNINI
Bibombola 12+12 con Ean 32
Stage S80: Ean 32 e 50/20
Scooter: Zeuxo 42 e 28 Deco plan: Mnemonic UTRtek |
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Assistenza in acqua: Milko
Mazza e Daniele Vannoli
Assistenza superficie: Barbara Lunghi e Letizia Riggio
Fotografo Subacqueo: Alessio Sera
Assistente fotografa: Jenny Marchetti |
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Report dell’immersione
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Sabato 02 Giugno 2012.
L’appuntamento con tutti i componenti del team di immersione è
fissato allo svincolo della Cassia, uscita per Campagnano in
direzione “la Valle del Baccano”. Qui, la strada provinciale
si divincola attraverso la lussureggiante campagna Laziale
immergendosi in un verde acceso dal sole di Giugno. Sulla
sinistra l’altopiano che demarca i bordi del cratere di quello
che un tempo era un vulcano attivo ed oggi è il bellissimo
lago di Martignano, parte integrante del
Parco Regionale del Lago di Bracciano / Martignano.
La piccola e dissestata stradina,
che percorriamo si inerpica sull’altipiano e ad un certo punto
passa attraverso una fenditura nella roccia che ha un aspetto
veramente suggestivo. Appena arrivati sulla sommità
dell’altipiano, ecco spiccare l’intera immagine del lago: una
macchia azzurra in un paesaggio verde intenso… sembra un opera
d’arte ed invece è reale, è il nostro sito di immersione! La
stradina ci conduce fino in riva sulla costa nord/est del
lago, dove sorge un Agriturismo: Il Casale di Martignano. I
gestori dell’Agriturismo, molto gentilmente ci hanno permesso
di usare le rive del lago in loro concessione per poter
stabilire il nostro campo base. |
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Iniziano le operazioni di
preparazione e tutti collaborano operosamente nello scaricare le
pesanti attrezzature dalle automobili. Un salice centenario ci ripara
dal sole e ci concede un po’ di refrigerio in riva al lago, così
all’ombra dei suoi rami iniziamo ad assemblare le attrezzature.
C’è da preparare gli scooter (due
a testa), si installano le batterie, si provano i comandi e si
controlla il cavo con il moschettone di traino. Poi, mentre Massimo
prepara il suo bibombola, io inizio a fare i test sul mio rebreather
Hammerhead, che ho precedentemente preparato a casa con del nuovo
materiale filtrante per la CO2 e con l’opportuna taratura
dei sensori per l’Ossigeno.
Alessio Sera, il fotografo, si
prepara ed inizia a fare qualche scatto durante le fasi preparatorie,
fra tutti regna il buon umore e siamo ottimisti. |
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Gli scooter sono sul bagnasciuga,
le stage pure. Ora tocca agli assistenti preparare la sagola che
demarcherà la linea di partenza e di arrivo. Viene infatti stesa una
sagola che parte dal bordo del lago ed arriva fino a dieci metri di
profondità; dai dieci metri, poi è collegata ad una boa segnasub di
superficie, ad indicare il punto di immersione ed emersione. Dal bordo
del lago la batimetrica dei dieci metri appare piuttosto distante,
infatti in quel punto la profondità cresce in maniera molto lenta. Nel
frattempo noi facciamo i check preimmersione:
posizioni nel team,
technical control, run-time e deco planning.
Quando tutto è pronto, Massimo ed
io mettiamo ammollo gli scooter e colleghiamo la cima della seconda
boa segnasub che verrà trainata per tutto il nostro percorso ad
indicare costantemente la nostra posizione agli assistenti di
superficie. Si parte! Raggiungiamo la profondità di 10 metri lungo la
cima di riferimento ed il fotografo coglie l’occasione per riprendere
qualche istante della partenza… gli ultimi aggiustamenti e check delle
attrezzature e diamo manetta agli scooter!
L’obiettivo nelle nostre menti: fare il giro del lago! |
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Le condizioni dell’acqua appaiono mediocri, c’è sospensione,
probabilmente dovuta alla fioritura delle alghe nella stagione
primaverile, e la visibilità è ridotta a circa 5 / 8 metri. Per non
perderci siamo costretti a navigare molto vicini.
La rotta fissata sulla bussola dovrà cambiare concordemente col
rilevamento della batimetrica che demarca la circolarità del lago.
Circumnavigheremo il lago in senso antiorario, quindi mantenendo la
costa alla nostra destra ed il centro del lago alla sinistra.
All’inizio del giro la bussola segna direzione Nord / Ovest (circa
310°).
Nei primi trenta minuti di navigazione facciamo qualche tentativo per
scegliere la batimetrica più comoda alla navigazione e ci rendiamo
conto che la soglia dei 10 metri è la linea demarcazione per il
termoclino:
15°C gradi sotto i 10 metri di profondità e 17°C gradi al di sopra.
D’altra parte al di sotto dei 10 metri la visibilità migliora, per cui
dobbiamo scegliere: o caldi ma poca visibilità, o buona visibilità, ma
freddo. |
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Chiaramente dobbiamo dare la precedenza al comfort termico, infatti
sono previste più di tre ore di immersione e la temperatura gioca
sicuramente un ruolo importante. Tra l’altro è interessante anche
notare che la presenza di alghe sul fondo è legata proprio al limite
di questa batimetrica, infatti, oltre i dodici/tredici metri di
profondità, il fondo rimane spoglio ed appare il sedimento fangoso.
Così, la prima ora di immersione vola letteralmente: è stata
necessaria per renderci conto della morfologia del fondale, stabilire
la quota media di navigazione, regolare la velocità degli scooter
stabilendo un andatura comoda ma abbastanza veloce da permetterci di
coprire l’intero giro nel tempo previsto e sincronizzare il passo in
modo da navigare l’uno perfettamente parallelo all’altro.
Ora stiamo navigando con la bussola che segna direzione Sud, avendo la
costa alla nostra destra, e quindi anche l’ovest, siamo con tutta
evidenza sul tratto di lago che rimane vicino al lago di Bracciano. È
già da un bel po’ che la bussola segna “Sud” e questo rilevamento
rimarrà piuttosto fisso per diverso tempo. |
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Abbiamo recentemente letto che nel lago di Martignano si trova una foresta fossile risalente ad un’età compresa fra il 350 ed il 670 d.C. I continui cambi di quota del lago, dovuti a periodi più o meno piovosi, uniti al travaso delle acque effettuato mediante l’acquedotto Alsietino fatto costruire nel 2 a.C. dall’imperatore Augusto per portare l’acqua fino a Trastevere. La nostra quota di navigazione dovrebbe portarci proprio in mezzo alla presenza di questi tronchi di quercia pietrificati. Infatti dopo un ora e mezza ecco il primo tronco, è in posizione orizzontale ed è molto lungo. Massimo mi fa cenno di fermarci un istante, lo osserviamo e lo tastiamo per capirne la consistenza: ha un primo sottile strato morbido, suppongo a motivo delle alghe che vi si sono insediate ma insistendo con la pressione si rivela molto duro a testimonianza della sua condizione fossile. Ripartiamo e dopo poco eccone un altro, poi ancora altri, ma sempre in posizione orizzontale, ma ecco che scorgiamo uno di circa un 50 / 80 cm ancora in posizione verticale: è saldamente piantato nel fondo. Proseguiamo zigzagando fra i fossili di quercia, quando eccone uno bellissimo: verticale ed alto, il diametro del tronco alla base sarà di circa 40 / 50 cm ed è alto almeno tre metri. Lungo una fenditura del suo fusto trova ripario un bell’esemplare di persico sole, che per nulla intimorito dalla nostra presenza, fa bella sfoggia della sua livrea colorata. |
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Riprendiamo la navigazione e dopo poco un’altra sorpresa:
l’inclinazione del fondo, che fino a questo momento era molto dolce,
si fa molto più decisa, sicuramente una pendenza di circa 45° che per
noi appare come un invito ad andare a vedere! Scendiamo velocemente di
qualche metro, siamo equipaggiati per fare una puntata fonda, ma la
temperatura decisamente più fredda ed il rilevamento bussola che ci
indica di essere ancora molto lontani dalla meta ci fanno desistere,
riguadagniamo la quota dei 9 / 10 metri di profondità e sorvolando il
fondo ripidamente inclinato, continuiamo con nostro viaggio in senso
antiorario.
La bussola segna direzione Est (90°) e ci rendiamo conto di essere sul
versante Sud del lago. La navigazione ora prosegue con variazioni
bussola più rapide, infatti questo lato è più corto rispetto ai lati
Ovest ed Est. C’è da notare un’interessante presenza di pece, infatti
in tutto il percorso abbiamo incrociato diversi lucci, nonchè qualche
carpa e tinca di buona taglia.
Sono passate le due ore e mezza e la bussola indica direzione Sud.
Siamo sul versante finale, quello dalla parte “Est” del lago. Passano
altri 15 minuti e la direzione muta nuovamente, per poi stabilizzarsi
di nuovo: è segno evidente che stiamo costeggiando un’irregolarità
della costa. Gli scooter Zeuxo 42 iniziano a dare segni di calo di
potenza sono circa tre ore che navighiamo quasi al massimo della
velocità ed è ora di metterli a riposo. Una breve sosta è necessaria
per mettere gli Zeuxo 42 al traino e metterci alla manetta degli Zeuxo 28. Massimo ne approfitta per cambiare la
miscela di respirazione mentre io eseguo un lavaggio del loop
(circuito di respirazione del Rebreather) con della nuova miscela
diluente.
Questa è la prima ed unica sosta
vera che facciamo, infatti a parte i momenti in cui ci siamo concessi
l’osservazione dei tronchi fossili, non ci eravamo mai fermati
eseguendo quasi tre ore di navigazione tutte di fila! |
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Con gli scooter freschi si riparte in direzione della meta, dalla nostra stima e dal rilevamento bussola dovremmo quasi esserci. Sappiamo che ce l’avremo fatta solo quando incroceremo la sagola dalla quale siamo partiti e trascorriamo la navigazione di questi momenti studiando la rotta e cercando di scorgere sul fondale segni di similitudine con il punto di partenza. Così i minuti passano dieci per volta come se fossero uno e ci troviamo a tre ore e mezza suonate! Viaggiamo con la velocità degli scooter al massimo, ormai la bussola rileva Nord/Est (circa 35/40°), siamo in dirittura di arrivo e tutti e due abbiamo la meta nella testa: già pregustiamo i momenti dell’arrivo. Il fondale è identico a quello lasciato al punto di partenza: ci dovremmo essere da un momento all’atro, scegliamo di stare a una profondità inferiore ai 10 metri per evitare di non incrociare la sagola di arrivo, così navighiamo a circa 8 metri, un luccio passa sulla mia sinistra e mi distrae, lo seguo con lo sguardo si dilegua fra le alghe, lo perdo di vista, mi giro e… mi ritrovo una sagola bianca stesa sul fondo che mi scorre sotto gli occhi: siamo arrivati! Massimo mi viene incontro e mi porge la mano, complimenti, ce l’abbiamo fatta! |
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Abbiamo concluso il giro del lago
in un’immersione unica: 3 ore e 43 minuti. I Milko e Daniele, sub
dell’assistenza sono sul posto pronti a congratularsi e a verificare
cha sia tutto ok. Insieme a loro seguiamo la sagola verso costa, la
batimetrica diminuisce, la luce aumenta, si intravede la superficie,
emergiamo.
Sono tutti li: Alessio già sta
facendo le foto degli attimi dell’emersione, Milko e Daniele emergono
con noi, complimentandosi già dentro l’acqua, Barbara, Letizia e Jenny
ci salutano dalla riva, io e Massimo ci “diamo il cinque”:
circumnavigazione conclusa con successo.
Ancora una volta è la gioia a sopraffarci, scompare la stanchezza dei
223 minuti di immersione e lascia il posto alla frizzante sensazione
di aver fatto una cosa unica: La circumnavigazione subacquea completa
del Lago di Martignano. Nessuno lo ha mai fatto prima, è un’impresa
unica! Rolando Di Giorgio |
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