Indietro5 Marzo 2011: ELEFANTE BIANCO

Immersione in Grotta e raduno UTRtek

Elefante Bianco 

Il Laghetto di Ponte Subiolo (chiamato anche dell'Elefante Bianco) si trova nel comune di Valstagna.

È una delle grotte più frequentate dai sub e dagli speleosub per le sue vaste dimensioni e per la sua grande suggestione.

Il suo sviluppo esplorato è di 530 m, la profondità massima raggiunta di -189 m. (record Gigi Casati)

La grotta si apre sul fondo del laghetto esterno, largo 20 metri e lungo 35.

In occasione di abbondanti precipitazioni l'acqua tracima creando un breve torrente che dopo circa 100 metri si getta nel fiume Brenta.

La giornata inizia bene: ottime condizioni meteo e al nostro arrivo al laghetto di Ponte Subiolo l'acqua appare perfetta!! è trasparente con l'aspetto di uno scorcio maldiviano a motivo del turchese che esplode in tutte le sue tonalità dalle trasparenze cristalline.

Quindi ci mettiamo in moto ed iniziamo a trasportare tutta l'attrezzatura dalle macchine al laghetto: bisogna passare attraverso una piccola borgata di case, attraversare un campo e scendere per il piccolo dirupo che accede al laghetto.

Il Gruppo UTRtek nelle operazioni di trasporto attrezzature al laghetto di ingresso.     

Quando finalmente tutti hanno disposto le attrezzature sulla riva del laghetto ci sono Reb, bibo e Diver UTRtek dappertutto!! ..senza volerlo abbiamo dato vita ad un raduno UTRtek!!

Si fa una riunione generale per suddividere le squadre che scenderanno in acqua e successivamente ogni squadra tiene il suo briefing.

la nostra squadra sarà così composta: Rolando Di Giorgio - Milco Bargagna - Marcello Bussotti

Prevediamo un'immersione fino ai 100 meri di profondità lasciando sul percorso le dovute stage di bail-out decompressivo e portando con noi due s80 a testa di gas di fondo. Siamo tutti e tre equipaggiati con Rebreather CCR: Io con l'Hammerhead, Milco con il Voyager e il Busso con il Megalodon.

Le operazione di preparazione del Rebreather Hammerhead.       

Si preparano i reb, si mettono in acqua le stage, si sputa nella maschera, si indossa l'attrezzatura e con l'acqua che arriva alla vita iniziamo le procedure preimmersione.

Purtroppo il Busso riscontra un'avaria alla valvola di immissione della muta stagna, che gli porta via un considerevole tempo per la riparazione. Optiamo per scendere Milco ed io, il Busso si aggrega ad un altro gruppo che scenderà più tardi.

      


     

Siamo pronti, sul fondo del laghetto, dopo aver fatto il bubble check di routine e dopo aver posizionato le stage con il bail-out decompressivo si entra in grotta. L'ingresso è piuttosto agevole, ha un’apertura piuttosto ampia, appena dentro vedo Michele Lorenzini che sta facendo delle foto: il modello di turno è Marco Valenti, che posa sapientemente in assetto di fronte alla parete di roccia. Ma non posso attardarmi, Milco mi sfareggia e proseguiamo seguendo il filo di Arianna.

Il suolo della grotta è decisamente inclinato verso il fondo, caratterizzato dalla presenza di grossi ciottoli tondeggianti perfettamente levigati. In pochi minuti siamo all'imboccatura del grande pozzo a -50 metri, la grotta cambia, diventa una stanza enorme, qui depositiamo altre stage, pinneggiamo più avanti e siamo sospesi sopra una venticinquina di metri di acqua perfettamente trasparente! dai -50 al di sopra del pozzo si vedono chiaramente i subacquei sul fondo dello stesso, alla profondità di circa -75 metri! Seguiamo la sagola ed in breve siamo lì: sul fondo del pozzo, dove sulla sinistra si apre il passaggio verso le viscere della terra...

Il tunnel sotterraneo allagato si snoda sotto i nostri occhi variando forme e dimensioni durante il suo percorso.. le pareti sono frastagliate..

Mentre proseguiamo controllo gli strumenti per sincerarmi in merito al buon funzionamento del Rebreather, tutto risponde perfettamente: la pPO2 è quella impostata e le tre celle indicano valori praticamente identici. Faccio un check del mio stato psicofisico: tutto in ordine. Proseguo parallelo a Milco, con il quale ci sfareggiamo l’OK con le lampade subacquee.

...La sagola guida, il filo di Arianna, è in ottime condizioni, è stato recentemente sistemato da Alberto Cavedon in occasione di una sua immersione (ce lo aveva detto all’EUDI); noi seguiamo la sagola fino al punto in cui il tunnel spiana a circa -106 metri di profondità! Milco mi fa cenno di iniziare il rientro, gli chiedo di spettare un attimo, guardo un pò più in là, faccio "il pieno" di sensazioni ed emozioni e mentre controllo gli strumenti gli do l'OK per la risalita. Il Suunto segna il 24° minuto, ma l'Handset del rebreather segna il 16° minuto, infatti abbiamo perso 8 minuti nel laghetto quando il Busso ha rilevato il definitivo Ko della valvola sulla sua muta. Siamo risaliti e riscesi ed il Suunto ha registrato il tutto come fosse un'unica immersione, mentre il reb ha ricominciato daccapo.

Dunque decidiamo di seguire il Run Time del Suunto, visto che anche quello  di Milco dava lo stesso valore. Si inizia il percorso a ritroso: ovviamente il colpo d’occhio dell’ambiente è completamente diverso, le pareti che caratterizzano la risalita, alle quali è ancorato il filo di Arianna, ora ci si stagliano di fronte imponenti e protese verso l’alto.

Facciamo Un Deep Stop a -80, setto la pPo2 e proseguiamo percorrendo la galleria nel suo percorso verso l’esterno, il fondo continua a risalire ma noi siamo anche qualche metro al di sopra del fondo, infatti è molto bello seguire la parete, ricca di insenature ben levigate dallo scorrere dell’acqua nel tempo… a -70 ci fermiamo un altro minuto.

Siamo alla base del grande pozzo e tenendo la sagola guida alla nostra destra, seguiamo la parete fino all’imboccatura a -50. Qui troviamo le stage che avevamo lasciato all’andata, ognuno preleva le sue e se le clippa addosso, io approfitto anche per impostare la pPO2 su valori idonei alla decompressione. Proseguiamo di tre metri in tre metri rispettando quote e tempi deco concordati. Arrivati a -36 inizio ad intravedere la “bocca di uscita” dell’antro e ogni tanto vedo qualcuno transitarvi davanti..

Dopo poco più di un’ora siamo all’uscita dalla grotta sul fondo del laghetto, ma ci aspetta ancora una lunga deco. Nel laghetto il tempo passa fra cambi quota, incontri con gli altri sub che ci chiedono l’OK e osservazione dei pesci presenti.

Quando sono a -9 metri alzo lo sguardo e mi soffermo ad osservare la superficie dell’acqua: si riesce a vedere chiaramente il paesaggio esterno: la parete di roccia a strapiombo della montagna, gli alberi sul ciglio che costeggia il percorso a piedi, le persone sulla riva del lago… si vede tutto!!! È semplicemente stupendo!

Ovviamente in questi minuti la mia mente ripercorre l’immersione appena svolta, le sensazioni avute, la profondità, la grotta, le pareti… attimi bellissimi che ormai faranno parte per sempre dei miei ricordi preferiti.

Dopo circa 120 minuti di Run-time siamo con la testa fuori dall’acqua. Ci offrono un ottimo te caldo e qualche biscotto. Un po’ di relax ed è ora di levare le tende.

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