Località: di fronte all'isola di Giannutri
Tipo di relitto: piroscafo da carico
Nazionalità: italiana
Cantieri di costruzione: Alexander Sthefen & Sons, Inghilterra
Armatore: Beraldo & Devoto, Genova
Stazza: 2274 tonnellate
Lunghezza: 80m
Data di costruzione: 1882
Data di affondamento: 2 luglio 1913
Causa dell'affondamento: collisione con il piroscafo italiano Campidano
Vittime: nessuna
Profondità massima: 107 metri
Profondità minima: 95 metri
Cenni Storici
Il Piroscafo Marsala venne costruito a Glasgow in Inghilterra nel 1882 dai cantieri Alexander Stephen & Sons e dislocava 2274 t.s.l.
Di proprietà della Sloman line fino al 1911 viene poi ceduto alla "Beraldo e Devoto" di Genova, viene requisito ed usato come trasporto nella guerra Italo-Turca, dal 1913 la società diviene "Clorialdo Devoto" con sede a Genova.
Il 2 Luglio del 1913 alle ore 07.00 viene investito dal piroscafo Italiano Campidano nei pressi di Giannutri dove affonda veloemente.
Nelle cronache dell'epoca leggiamo che il Marsala, con capitano Giacomo Massa proveniva da Sfax (Tunisia) ed era diretto a Santa Liberata con un carico di 3500 tonellate di fosfati, quando a causa della forte nebbia fu investito dal piroscafo Campidano, iscritto al compartimento di Cagliari e proveniente da quella città, con capitano Arcidiacono.
L'urto fu gravissimo, il Marsala ne usci quasi interamente tagliato in due, l'acqua lo invase interamente, facendolo colare a picco in 10 minuti. A bordo vi erano 23 persone di equipaggio e quattro passeggere, la moglie del comandante, la cognata di questi, una amica della moglie e la figlia di un importante notabile di Sfax anch'essa amica della moglie.
Dato l'orario, parte dell'equipaggio stava ancora dormendo, risvegliati dalla collisione e dall'allarme dei marinai di guardia furono rapidamente calate in mare le scialuppe e tutti poterono prendervi posto.
Passava nelle vicinanze anche un vapore tedesco che accortosi della gravità dei fatti si diresse sul luogo del naufragio per cooperare all'opera di salvataggio assieme al piroscafo investitore.
I naufraghi raccolti dal campidano furono portati a Civitavecchia, ove ricevettero i primi soccorsi dalla locale Capitaneria, erano ovviamente tutti sprovvisti di abiti e di mezzi: alcuni marinai erano con la sola camicia.
Il Campidano riportò solo leggere avarie e, particolare curioso, il vapore Tedesco salvò la cagnolina di bordo che guaiva disperatamente trasportata alla deriva su una tavola.
REPORT DELL'IMMERSIONE DEL 25 MAGGIO 2009
I PARTECIPANTI
SUBACQUEI DI FONDO
1° SQUADRA
2° SQUADRA
MILCO BARGAGNA
MARCELLO BUSSOTTI
ROLANDO DI GIORGIO
SIMONE
NICOLINI
MASSIMO ERARIO
GIANNI CECCHI
MARCO STEFANONI
E IL PRESIDENTE ARGENTARIO DIVERS - ABRACADABRA
DA NON DIMENTICARE!!!
MARCO
FREDIANI (l'impareggiabile FREDDY)
BARBARA LUNGHI (la marescialla)
LETIZIA RIGGIO (fotografie e aiuto cucina)
Finalmente il progetto del WSE di tornare sul
relitto del Marsala prende la via della realizzazione. È più di un
anno che per vari motivi si sta cercando di organizzare questa
immersione e.. stavolta è la volta buona, è già più di una settimana
che il tempo è ottimo, il sole è splendente e il vento è
praticamente assente.. le temperature sono quelle di Luglio e
Agosto, invece siamo solo a Maggio!!
La settimana scorsa il Nicolini, col suo
equipaggio ha pedagnato il relitto e ormai la data è fissata: 25
Maggio 2009!!! Una data che non dimenticheremo..
Il ritrovo è la sera del 24 a porto Ercole, ma già
dal pomeriggio molti di noi sono arrivati sul posto.. L’assegnazione
delle camere dalla “russa” è un ottimo spunto per tirar fuori il
solito spirito scherzoso dei più.. dopo una doccia rigeneratrice si
va a cena tutti insieme durante la quale ovviamente l’argomento
principe è l’immersione sul Marsala!! ..poi tutti a nanna..
È mattino di lunedì 25 Maggio 2009, il sole è
alto, la giornata già si preannuncia bella e il Mare ci aspetta.. il
più mattiniero è Triky, che si alza per primo.. poi uno alla volta
ci prepariamo e alle 08.00 siamo tutti seduti al bar per la
colazione. I volti sono sorridenti e l’entusiasmo è al massimo!!
Mezz’ora più tardi l’intero team è già al molo a
caricare le attrezzature in barca, si assemblano le stage, si
montano i bibo, si analizzano le miscele.. ogni dettaglio viene
curato alla perfezione, nel frattempo Massimo Erario, alias “il
comandante”, insieme al Cecchi, il Presidente e Marco Stefanoni,
preparano la barca, fanno rifornimento di gasolio, acqua e viveri..
Finalmente si salpa, il mare è piatto e
Abracadabra scivola nell’acqua veloce.. durante la navigazione si
tiene il briefing: sul fondo ci saranno de squadre, la prima: Milco
Busso ed io, la seconda: Max, Michele e Sabrina. Le due squadre di
profondisti sono riunite per condividere i dettagli dell’immersione,
tempo di fondo, tempi e quote deco, procedure di gestione ed
emergenza, intervallo
fra l’immersione della prima e la seconda squadra, nonché le
procedure di assistenza alle varie quote. poi i team leader, Max e
Milco, stilano i RUN-TIME da lasciare agli assistenti di superficie.
Siamo sul punto di immersione e il Nicolini ci
chiede mezz’ora per sistemare la posizione del pedagno che si è
spostato di 100 metri.. bastano pochi passaggi sul punto e Massimo
Erario, sapiente manovratore della barca, evidenzia il relitto sul
monitor dell’ecoscandaglio, permettendo il riposizionamento del
pedagno esattamente in linea col relitto!
È ora! La prima squadra si prepari! Queste le
parole di Max Barnini che ancora mi riecheggiano nelle orecchie.. in
breve Milco, Busso ed io siamo pronti, 20+20 sulle spalle e in fila
sullo specchio di poppa di Abracadabra ci apprestiamo a tuffarci..
una volta in acqua gli assistenti ci passano scooter e stage, Andrea
e Alessio intervengono anche “al volo” per una veloce ed efficace
taratura dell’erogatore del busso che andava in continua. Una prima
occhiata sotto il pelo della superficie e ci appare subito evidente
che c’è un’ottima visibilità, oltretutto la corrente è praticamente
zero. Queste le condizioni in superficie… siamo fiduciosi di
trovarle anche sul fondo!!
Ora i canonici controlli preimmersione e.. “..ci
siamo? OK! Giù!” Si scende nel silenzioso blu.. bello, profondo,
infinito.. travolgente.. blu!! Siamo in tre in perfetto assetto
orizzontale e si sprofonda velocemente verso la nostra meta, IL
MARSALA!!! La discesa è perpendicolare lungo la cime del pedagno, la
sensazione è spettacolare, il 20+20 sulla schiena mi rende stabile
nella postura, le stage clippate alla maniglia sfilano ordinate e
composte insieme a me, lo scooter rimane in stand-by al mio fianco..
mi godo il viaggio verso il fondo e mentre scambio segnali di ok con
i miei compagni osservo gli invertebrati trasparenti e luminescenti
che”volano” nell’acqua a varie quote, li vedo fare la loro comparsa
in tutto percorso verso il fondo.. ma a -70 la mia attenzione è
catturata da altro.. è LUI!!! IL MARSALA, la visibilità e talmente
buona che già lo vedo nella sua interezza, pian piano si delineano
anche i dettagli.. spettacolare, davvero spettacolare!! ..questo è
quello che penso osservandolo.. siamo fortunati, la visibilità è
ottima come in superficie e la corrente è quasi nulla. Sono a quota
-85, do gas al mio Zeuxo e staccandomi dalla cima del pedagno
sorvolo verso il relitto affondando alla sua quota..
passo qualche istante
affascinato da quella visione che mi rapisce totalmente. Ma devo
richiamare ogni mia facoltà e sensazione per avere la situazione
sempre sotto controllo, siamo a -100 e non si può tralasciare nessun
particolare, la miscela di fondo, una 10/70, ricca di elio
contribuisce a permetterci un’ottima lucidità e la prima cosa da
fare è sagolare la cima del pedagno che si trova a qualche metro dal
relitto, ma non faccio in tempo a pensarlo che Milco lo sta già
facendo!! Che team!! Lo seguo mentre fissa la sagola al relitto, ci
sfareggiamo un ok e.. via ora inizia la parte bella.
Siamo sulla murata di sinistra, nel briefing
avevamo stabilito di dare la priorità all’esplorazione della parte
prodiera del relitto, la più interessante, così ci è sufficiente un
cenno e di intesa si decide di puntare verso la zona di prua. Milco,
Busso ed Io procediamo praticamente paralleli trainati dagli scooter
a velocità moderata, passiamo in mezzo a una nuvola di Anthias che
al nostro avvicinarsi si radunano in formazione e si “tuffano” in
una apertura del relitto! Sono moltissimi ed è interessantissimo
vedere come cambia il loro comportamento al nostro avvicinarsi, da
un apparente nuoto disordinato, in un istante, diventano una squadra
uniforme che si rifugia al riparo nelle zone interne del Marsala.
Mentre ci avviciniamo a prua notiamo che le strutture sono piuttosto
collassate all’interno dello scafo, infatti rimangono praticamente
solo quelle in ferro, invece le parti in legno sono completamente
erose dal mare. Osservo le aperture che danno accesso a quelle che
dovevano essere le stive e vedo passare una grossa Musdea che
disturbata dal fascio di luce della mia lampada si va a rifugiare
nei meandri del relitto. Poi alzo lo sguardo e sono di fronte alla
rete impigliata sulla prua, l’avevo vista in fotografia, ora la
circumnavigo osservandone la particolare simbiosi che ha creato con
il relitto stesso, è un’immagine surreale, sembra quasi averne fatto
parte da sempre. Ormai non è più in grado di pescare, sembra invece
essere una specie di ornamento che copre le strutture sulla coperta
di prua, la vita si muove intorno ad essa e ne ha preso possesso
colonizzandone i lembi.
Una virata in direzione della poppa e riprendiamo
ad esplorare il relitto in tutta la sua lunghezza, ovunque è pieno
di aragoste, anche di considerevoli dimensioni! Ma il mio sguardo
viene nuovamente attratto dall’ingresso delle stive.. sarebbe
interessante infilarcisi.. però non mi sembra il caso, bisognerebbe
mollare fuori lo scooter e gran parte delle stage.. e siamo in tre..
per non parlare dei probabilissimi cedimenti ai quali può essere
soggetta la struttura..“lasciamo perdere” penso, tra l’altro è una
cosa che non abbiamo pianificato nel briefing, anche perché c’è
ancora molto del relitto da vedere. Proseguo verso la poppa e poco
dopo noto due scorfani enormi che si riposano appoggiati sulla
coperta, poi un bellissimo nudibranco grigio e striato di nero e
giallo, poi ancora aragoste di tutte le taglie.. Più in là c’è
un’altra rete impigliata, questa sembra essere meno inoffensiva per
la fauna presente sul relitto, deve essersi incagliata più di
recente, infatti il Busso adocchia un grosso Astice intrappolato
nelle maglie di questa rete, inutile dire quali pensieri sono
passati nelle nostre teste, ma il risultato è che ora l’astice è
tornato a nuotare di nuovo libero..
Ragazzi è già passato quasi un quarto d’ora!!!
Accidenti come vola il tempo qua sotto, e come scende la lancetta
del manometro!! Siamo a oltre cento metri e quindi 11 Bar di
pressione ambiente, ma oggi sembra di essere a tutt’altre quote, c’è
molta luce e la visibilità rende l’ambiente ingannevolmente
rilassante, si corre il rischio di prendere la situazione
sottogamba! Bisogna tenere d’occhio i consumi, che sono direttamente
proporzionati alla profondità alla quale ci troviamo.
La parte dell’estrema poppa è quasi completamente
sprofondata nel fango e distrutta, una grossa lamiera piegata verso
il fondo forma un invitante sottopassaggio, mentre lo attraverso con
lo scooter ne illumino le zone buie scrutando i vari particolari e
le forme di vita che vi risiedono, è come uno scrigno pieno di
segreti da rivelare. Siamo in tre a vivere contemporaneamente questo
bel relitto, ci muoviamo con perfetta intesa, pochi cenni di ok con
le lampade bastano ad intenderci alla perfezione.
Si vira nuovamente verso prua, questa volta
costeggiando la murata di dritta, c’è un oblò ancora sul vetro
incardinato al suo posto.. si apre e si chiude..chissà chi lo avrà chiuso o aperto l’ultima volta prima di
affondare.. poi con lo scooter sorvolo nuovamente le stive, aguzzo
lo sguardo e mi sembra di vedere degli interessanti oggetti mezzo
coperti dal fango.. mi prometto di tornare un’altra volta per andare
a vedere meglio.. giro di nuovo oltre la prua e mi allontano un po’
per vederla nel suo insieme.. poi un’occhiata agli strumenti mi
suggerisce di chiedere agli altri a che punto è la loro scorta di
gas, ma vedo che loro stanno già puntando verso la parte centrale
del relitto, dove c’è la sagola vincolata alla cima del pedagno..
siamo al 24° e vorrei stare qua sotto ancora, ma avevamo pianificato
25 minuti ed è ora di salutare questo posto meraviglioso, un’ultima
occhiata agli Anthias, beati loro.. abitano qui, loro possono
rimanere! Adesso mentre scrivo loro sono ancora a godersi il
Marsala!!!
Il manometro segna 100 bar, ed eseguo una profonda
inspirazione per innescare la spinta necessaria alla dolce risalita
sono passati 25 minuti e sono con lo sguardo perso verso questo
meraviglioso relitto, la quota diminuisce, fino ai -80 per un minuto
di deep-stop, ecco la seconda squadra che sta arrivando, incrocio lo
sguardo di Massimo gli parlo con gli occhi, “è stato fantastico!!!”
lui mi capisce e sorride proseguendo verso il relitto, li vedo tutti
e tre percorrere il collegamento dal pedagno alla murata di
sinistra, inizia la loro immersione!Nel frattempo gli sguardi di noi tre si incrociano per
controllare che tutti siano ok nella prima fase della risalita,
Milco mi dice che ha ancora 100 Bar nel bibo, “anche io..” gli
rispondo a gesti.. poi una volta certi dello stato sereno e
tranquillo di tutti e tre, iniziano i complimenti e le espressioni
di soddisfazione per la bellissima immersione, è davvero difficile
descrivere quello che si legge nello sguardo dei propri compagni
dietro le loro maschere in questi momenti! Si percepisce la loro
gioia, lo si legge negli occhi! Non c’è bisogno di parlare, è
evidente gli sguardi attraverso il vetro della frameless parlano
chiaro, c’è orgoglio, ma c’è anche una sensazione di aver saziato le
proprie anime.. quello che abbiamo visto li sotto è semplicemente S
T U P E N D O !!!
La nostra risalita prosegue al ritmo degli stop e
dei gas-switch programmati, ai -36 arrivano Triky e Fabio sono li
puntuali per accertarsi che sia tutto ok e segnalarlo sparando un
pallone con una nota da far leggere all’assistenza di superficie,
nonché per fornirci eventuale gas necessario di emergenza . ci
accompagnano per qualche minuto assicurandosi che sia tutto ok ed
attendendo che anche la seconda squadra che ha fatto un tempo di
fondo pari a 15 minuti, raggiunga quella quota. In questo modo anche
loro potranno beneficiare dell’assistenza in contemporanea. Ed
eccoli, le bolle emesse dagli erogatori dei ragazzi della seconda
squadrahanno
già incominciato ad
investirci risalendo nella nostra direzione e preannunciando il loro
arrivo. Sono sotto di noi e ben presto, avendo una deco più corta a
motivo del minor tempo di fondo, ci raggiungono. Vedo i volti
soddisfatti di Max, Sabrina e Michele, sono estasiati il relitto ha
“rapito” anche loro, Max è un “habituè”del Marsala, questa è la sua 11° immersione qui, invece
Michele e Sabrina, come me lo vedono per la prima volta.. Michele mi
guarda con occhi orgogliosi, si vede da un miglio che è
soddisfattissimo dell’immersione!!!Max, invece, mi guarda “dentro” sa che amo la subacquea, il
mare, i relitti, la profondità.. sa che sicuramente questa è stata
una delle immersioni che non dimenticherò e gli basta uno sguardo
per capirlo!!
Arriviamo alla quota dei -21 dove ci attendono i
due ragazzi del centro assistenza bombole, Alessio e Andrea.Sono lì per provvedere ad eventuali necessità relative allo
switch con il gas decompressivo 50/20, offrendoci le bombole da loro
portate qualora sia necessario,ma noi eseguiamo il cambio gas gestendolo in squadra e senza
la necessità di fruire del loro supporto, fuorché,per consegnargli le bombole di 35/30 che ormai non ci
occorrono più. Alessio ed Andrea seguono le nostre operazioni di
cambio gas e prelevano le deco stage marchiate con la MOD 36
mantenendo il loro proverbiale sorriso ben visibile dietro la
maschera, poi arriva anche il Freddy.Milco gli consegna il suo scooter, lui se lo clippa al D-ring
, dà gas e lo vedo andar via.. le soste alla quote deco si
susseguono precise, scandite di volta in volta dal mio indice o
quello di Milco, che disegna un arco dal basso verso l’alto a
segnare il cambio alla quota successiva. La seconda squadra in
questa fase della deco ci supera nella risalita, avendo soste più
brevi alle varie quote con il 50/20.
Ai nove metri si switcha con il back gas per un
Oxygen break prima di passare all’ossigeno e contemporaneamente
arrivano i miei allievi Mav e Max (Marco e Massimiliano), incaricati
dell’assistenza dai sei metri alla superficie, per portarci via le
bocce col 50/20 e offrirci gas per il break o ossigeno qualora ne
avessimo bisogno, ma completiamo anche questo gas switch in maniera
autonoma, appioppando loro le stage usate.Mav e Max ci tengono compagnia fino alla fine della deco. Il
Busso ed io gli affidiamo i nostri scooter, che loro, dopo aver
sfruttato strappando un giretto di straforo, prontamente portano in
superficie, affidandoli ai ragazzi a bordo della barca. Poi tornano
e ci seguono negli ultimi minuti di deco.. cercando di cogliere nei
nostri sguardi l’entusiasmo dell’immersione, qualche particolare,
qualche anticipazione, chiedendoci a gesti come fosse andata e
facendoci i complimenti per la nostra impresa. Nei volti di tutti ci
sono i classici sorrisi di fine immersione, di quando tutto è andato
bene, di quando sei sereno e tranquillo della gestione fatta in ogni
momento. C’è poi l’orgoglio di aver partecipato ad un’immersione non
per tutti, di aver visto un relitto riservato a pochi sub, di essere
fra coloro che hanno toccato il Marsala!!! Ormai, a parte il bibo,
ho solo l’S40 dell’ossigeno appresso, mi sento leggero, e mi godo
gli ultimi attimi di deco lasciandomi in libera a “svolazzare”
sospeso con cento metri sotto di me e sei sopra.. osservo verso il
fondo, l’azzurro che il sole dipinge nei pressi della superficie si
perde verso il basso mutando in un blu intenso.. là sotto c’è il
Marsala, solo alcuni minuti fa c’eravamo anche noi.. eravamo
mescolati con la vita lì presente.. ora la nostra natura legata al
respirare per vivere ci riporta in superficie, dove l’elemento acqua
lascia il posto all’aria, gli spostamenti tridimensionali vengono
sostituiti da quelli in due direzioni e il pensiero di riemergere
viene sostituito da quello di riprogrammare la prossima immersione..
questa è la nostra vita, siamo sub.. e paradossalmente ogni volta
che ci immergiamo dirigiamo le nostre facoltà in immersione per
tornare fuori, ma appena ci togliamo l’attrezzature e siamo fuori
dall’acqua ci apprestiamo a programmare la prossima immersione..
torno con lo sguardo ai miei compagni, è ora di uscire,mi fanno
cenno, controllo gli strumenti, “si ok” rispondo, un metro al
minuto.. la sagoma della barca è ormai ben visibile sopra di noi. Ci
muoviamo nella lenta risalita di quegli ultimi sei metri per
raggiungere la poppa, dove saremo assistiti a risalire. Busso e
Milco mettono la testa fuori dall’acqua, io sono ancora un metro
sotto.. sono l’ultimo, mi gusto questi ultimi istanti ed emergo.
Vedo subito Letizia, sorridente e solare, che mi scatta un paio di
foto..
Fuori è una festa, sono tutti felici per l’esito
positivo del tuffo. Sulla poppa di Abracadabra vedo Marco e il
Presidente pronti ad aiutarci a risalire, gli passo prima la S40
dell’ossigeno, poi la cinta dei piombi, per ultimo mi tolgo il bibo
che issano a bordo aiutandosi con il paranco a mano installato per
le cose pesanti.. sono rimasto solo con la muta indosso, è
estremamente semplice risalire la scaletta e in breve sono a bordo.
È già pronto da mangiare ..heheheh.. che efficienza.. metto la prima
bruschetta in bocca ancora con la muta bagnata indosso.. tutti sono
entusiasti, felici, i dettagli del relitto sono l’argomento
principe, chi è rimasto in barca vuole sapere e chi era sotto è
desideroso di raccontare..
È stato davvero un bel tuffo!!! Ad assisterci oggi
un Mare stupendo, ma soprattutto un’ottima organizzazione diretta
egregiamente da Simone Nicolini, il proprietario della barca e del
diving che ci ha permesso la logistica necessaria per un tuffo
impegnativo come questo! Oggi tutti hanno avuto un ruolo specifico
che hanno svolto al meglio, Barbara impeccabile cronometrista, aveva
sotto controllo i tempi delle due squadre paragonandoli con i
run-time lasciatigli dai team leader, Letizia fotografa ed aiuto
cuciniera insieme a Massimo Erario, cuoco d’eccezione e manovratore
impeccabile della barca, Marco e il Presidente assistenti di
superficie e collaboratori alle manovre, Simone Nicolini Direttore
dell’assistenza e responsabile della logistica, Freddy (al secolo
Marco Frediani) componente del Team e supporto per la realizzazione
dell’intera immersione, nonché della logistica, poi gli assistenti
alle quote deco: Andrea Santiangeli (Triky), Fabio Benvenuti, Andrea
Miniati, Alessio Sabatini, Marco Della Vecchie e Massimiliano Della
Torre.
Si fa presto a mangiare, Milco in acqua, durante
la deco, mi aveva già fatto cenno di avere fame e io condividevo..
così il pranzo svanisce in men che non si dica.. sorseggiamo anche
un buon caffè e si parte per il ritorno, ma Abracadabra non fa rotta
verso porto Ercole, la sua direzione è un punto in mezzo al mare al
largo del Giglio, i ragazzi devono pedagnare il Pramnos, un relitto
a centoventi metri che il Nicolini ha in programma per due giorni
dopo, è un tuffo al cuore, anche noi del WSE lo avevamo fra la lista
di immersioni n programma, ma questa è un’altra storia.. complimenti
agli amici che ci scenderanno dunque! Anche quì in breve il pedagno
è mollato proprio sulla verticale del relitto. Ora si fa veramente
ritorno.. il mare è calmo e siamo tutti soddisfatti e stanchi..
Un’immersione che non dimenticherò.. è difficile
che io mi dimentichi di una qualsiasi delle immersioni che faccio,
ma questa entrerà nella lista delle “top ten”.
ACRONIMO UTR
procedure e controlli:
U:
Unified Team - Dirigere tutti i
controlli pre-immersione della squadra
T:
Technical Control - Briefing e
controlli in acqua
R:
Run Time - Pianificazione
immersione, risalita, decompressione
Alcune Foto
Andrea & Alessio
Deco Stage
Mav & Max
Lety
ehm.....
Massimo Erario
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