IndietroScoglio del Corvo

Domenica 29 Marzo 2015 - Immersione in CCR con UTRtek a bordo del "Freccia del Giglio"

La giornata inizia a P.to S. Stefano, appuntamento 08.30 si esce con Stefano Donnini sul catamarano “Freccia del Giglio”.

Il tempo è bello: c'è il sole.. qualche volto nuovo.. molti volti vecchi.. si parte alla volta del Giglio, il cielo è limpidissimo, da subito si vedono tutte le isole dell’arcipelago, il Giglio (ovviamente), Giannutri, Montecristo, Pianosa, L’Elba… e dietro Montecristo perfino la costa della Corsica!

Il mare è ottimo, ma il colore è verdastro, evidentemente il meteo dei giorni passati ha fatto il suo.. così appare evidente che almeno in superficie, la visibilità non sarò delle migliori. Comunque si naviga velocemente verso la nostra destinazione: lo scoglio del corvo. Durante la parte iniziale della navigazione mi occupo di mettere a posto alcune cose della mia attrezzatura.

Avrei dovuto portarmi l’HH, invece il giorno prima, dopo aver preparato le miscele di bailout, aver preparato ossigeno e diluente (9/75) onboard, aver preparato il filtro grande ben compattato con 3,6 Kg di sofno ed aver installato un set di sensori nuovi, mi ritrovo a combattere con uno dei pulsanti dell’elettronica primaria che non ne vuole sapere di funzionare! Provo a fare di tutto, ma niente, non funziona.

Penso subito alla soluzione alternativa: il Vision! Sfortunatamente non ho tempo per tornare in officina a preparare ossigeno e diluente, così mi dovrò accontentare di quello che c’è e.. limitare l’immersione in base a quello.

Freccia Del Giglio

Così, a bordo del Freccia del Giglio, mi ritrovo a ripetere i controlli sul Vision per essere sicuro che sia tutto ok. È vero che limiterò l’immersione (non sarà a 3 cifre) ma voglio pur sempre fare un bel tuffo e non voglio noie.

Dopo aver sistemato tutto faccio due chiacchiere con gli altri profondisti: il Pollice, il Ciampalini, Sabrina, Matteo Ratto. Cerco di capire che intenzioni hanno loro e dalle chiacchiere fatte decido di aggregarmi a Sabrina e Matteo, che mi dicono anche loro di voler fare un tuffo più “tranquillo”. Mi “godo” il resto della navigazione guardando il mare e fotografando l’orizzonte.. con lo sguardo cerco sempre di scorgere un’increspatura della superficie sperando di veder affiorare le pinne dei delfini, invece nulla.

Nel frattempo giriamo a sinistra del Giglio, doppiando il versante sud: Punta di Capel Rosso. Si prosegue verso il Corvo. Scendo in coperta a prepararmi: pee-valve, sottomuta, muta. Metto una cima fuoribordo serve a clipparci scooter e stage miei, di Matteo e di Sabrina,  direttamente in acqua. Poi torno ad indossare il reb: prerespirazione.. tutto ok, reimposto le PpO2 che vorrò utilizzare nella prima parte dell’immersione, metto la maschera al contrario dietro la testa, prendo le pinne e mi avvicino per il passo del gigante sulla plancia di poppa. Ben sincronizzati, anche Matteo e Sabrina fanno lo stesso. Siamo in acqua, ognuno prende le sue stage ed il suo scooter, un veloce controllo e ci immergiamo.

Scoglio Del Corvo

La progressione è mantenendo la dorsale dello scoglio sulla nostra sinistra, la visibilità in questi primi metri d’acqua non è fantastica, peccato penso io, ce la ritroveremo in deco. 25mt si prosegue scavallando un po’ a destra. Intanto il mio pensiero va a quel panettone ad 80 mt che ricordo essere pieno di Astrospartus e ricci matita. 45 mt, la visibilità è nettamente migliorata, scendiamo lungo la parete, 50 mt, visibilità in continuo miglioramento, ci stacchiamo verso il monolite finale e da li giriamo verso destra  seguiamo il declinare del fondale, scendiamo sotto il drop-off e siamo a 65/70 mt. Si prosegue la scooterata, 80 mt, iniziano i primi scogli isolati, li andiamo a vedere, poi passiamo ai successivi e così iniziamo a descrivere una navigazione a semicerchio in senso antiorario. Il saltare da un “panettone” all’altro ci porta fino a quota 90/92 mt.

La luce ormai è molto ridotta, in parte anche a motivo del “tappo” di cattiva visibilità presente nei primi 20 mt. Le nostre lampade fendono il buio ed accendono i colori della vita sottomarina. A questa profondità i colori sono visibili solo grazie alla luce artificiale prodotta dalle torce subacquee. Chissà a che serve allora il rosso acceso, il giallo, il viola e tutti i colori sgargianti di gorgonie, coralli, aragoste e di tutta la vita gregaria del fondale?

Sistematicamente controllo la PO2: tutto ok, ascolto la connessione fra il mio corpo ed il rebreather: tutto ok, chiedo l’ok a Sabri e Matteo: tutto ok. Ottimo, sta andando tutto per il meglio, ci stiamo godendo quest’immersone in totale relax, ognuno perfettamente autosufficiente e pronto ad intervenire per aiutare gli altri. Ogni tanto ci scambiamo le posizioni fra chi sta avanti e chi segue, ogni tanto uno di noi ha voglia di vedere un particolare e gli altri, immediatamente lo seguono, poi è la volta di un altro del trio e di nuovo il gruppo che si muove come un’entità unica, come fanno i pesci nel branco, come se ci fosse una sorta di telepatia di movimenti.

Mi faccio trascinare dallo scooter e scorgo verso sinistra un grosso ammasso roccioso, vado subito a vedere, è lui! Il panettone con ricci matita ed Astrospartus! Che bello!! L’ultima volta ero qui con Maxino, inevitabile non pensarlo.. sosto con la lampada che scruta la moltitudine di vita presente su questo scoglio, gli aculei grossi ed arrotondati dei ricci matita, gli “arti” arricciati e ramificati degli Astrospartus..

Quà sotto il tempo non ha dimensione e forma.. un secondo è lungo una vita e mezz’ora passa in un attimo..

proseguendo nella nostra navigazione a semicerchio, ci ritroviamo a seguire il lento diminuire della profondità, siamo sul lato opposto della formazione rocciosa dello scoglio del corvo, con il semicerchio descritto in immersone, in realtà abbiamo fatto un’ampia circumnavigazione dello scoglio. Così, dopo 35 minuti di fondo, iniziamo la lenta risalita in perfetto stile memonico. Arrivati a 42 mt alzo la PO2, mi preparo per le prossime tappe: durante lo switch noto con piacere lo guardo attento di sabrina che vede le mie azioni e mi chiede conferma del tutto ok. Rispondo con l’ok e mi assicuro che anche lei lo sia, poi guardo Matteo, anche lui è perfettamente ok: da consumato grottarolo, sa badare a se stesso ed anche molto bene!

Si prosegue nelle tappe deco, noto un castelletto di gusci di conchiglie: gli avanzi del pranzo e l’adornamento della tana di un polpo penso. Vado a controllare ed il simpatico ottopode è timidamente affacciato alla sua tana. Ci gioco un pochino.. poi torno a controllare strumenti e deco. Così, mentre la visibilità torna a peggiorare, scorre il tempo delle varie tappe deco, nel frattempo incontriamo gli altri gruppi in acqua.

Ormai siamo alla quota dei 6 mt, dopo il break si passa a spingere con l’ossigeno e la PO2 è ad 1,6 ATA.

Qui c’è un interessante banco di pesci che sosta intorno all’isoletta formata dallo scoglio del corvo e mi apposto seminascosto dalla parete per vedere se c’è qualche pesce di taglia a caccia. Non devo aspettare molto, favorito dal silenzio del mio rebreather, riesco anche ad avvicinarmi e vedo comparire un bel barracuda che tenta un agguato al banco di pesci. Per avvicinarmi di più, do un filo di gas allo scooter ma questo spaventa il barracuda che immediatamente si allontana. Faccio il giro dall’altra parte dello scoglio e la scena si ripete, questa volta sto buono, buono, li fermo e mi godo la vista per un po’ di più..  

Rolando Di Giorgio 
 Sono passate oltre due ore ed il runtime volge al termine: come dicevo qui sotto un secondo dura una vita e due ore sono un attimo.. che peccato dover tornare in superficie penso.. in fondo per oggi avrei preferito restare qui sotto.

 

 

 

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