Piccola risorgenza nella Turrite di Gallicano poco sopra Fornovolasco.
Scoperta nel 1996, esplorata fino al quinto sifone e sagolata
per circa seicento metri.
Vi si entra strisciando sotto le rocce fino a "scivolare" in una
pozza d'acqua e per poi proseguire sotto la superficie di un corridoio
sommerso di un centinaio di metri, seguito da altrettanto percorso
all'asciutto. tutto questo
nel buio più assoluto e con uno spettacolo finale davvero bello.
Il lunedì mattina dopo aver salutato i proprietari del’agriturismo
“la Palazzina”, che ci ha fatto da campo base per i tre giorni di
escursioni alla Pollaccia, siamo alla volta del nostro ultimo
way-point per questo weekend speleologistico, la "Grotta del
Tinello"!!
Arriviamo
sul posto percorrendo una bellissima strada immersa nel verde dei
boschi della Garfagnana, un vero spettacolo della natura!!
Superato il paese di Fornovolasco, arriviamo nei pressi di un piazzale
a ridosso di un ruscello, c'è un ponte di legno che permette l'accesso
ad un ristorante (che per questa giornata è chiuso - sigh) ed accanto
ad esso si trova l’entrata della grotta, infatti l’acqua che alimenta
il ruscello fuoriesce da un foro che si trova a circa due - tre metri
di altezza nella parete rocciosa nascosto da una volta. L'acqua poi si
riversa in un piccolissimo laghetto che è più una pozza d’acqua
cristallina, dalla quale fuoriesce il ruscello.
Quel foro nella roccia è
l’entrata della grotta e per accedervi sarà necessario arrampicarsi!!
la configurazione prescelta per
quest'esplorazione è quella detta "all'inglese",
con due bombole separate tenute da un'imbraco sui fianchi. questo tipo
di configurazione permette di poter "sgusciare" attraverso passaggi
molto stretti, dove il massimo spessore ammesso è quello della cassa
toracica!! inoltre useremo delle mute umide e vestiremo delle
protezioni sopramuta per evitare di strappare il neoprene delle mute
negli angusti cunicoli che caratterizzano buona parte del
percorso che ci attende. Inutili le pinne, sono, invece d'obbligo gli
elmetti protettivi per la testa.. molto facile picchiarla contro
qualche sperone di roccia presenti in questa bella risorgenza, ma
anche facile che si trovi spesso a contatto con le asperità degli
stretti passaggi. eccoci, quindi, tutti e tre completamente pronti per
un'interessante giro nel TINELLO!!!
Dopo
esserci arrampicati per accedere al foro di entrata ci infiliamo
nell'angusto spazio di accesso e strisciamo fino a scivolare nella
prima lingua di acqua. c'è la sagola guida che seguiamo verso il
primo sifone.
l'acqua è cristallina è veramente bello l'effetto di totale
trasparenza!! il coprimuta blu e nero di Alberto, che mi precede,
illuminato dalla mia lampada fa un bellissimo contrasto di colori
staccando di netto dalla roccia circostante.. ma la trasparenza
iniziale è destinata a tramutarsi in un batter d'occhio in un
color caffellatte provocato dalla sospensione di limo che
solleviamo al nostro passaggio, è inevitabile.. il percorso è
caratterizzato da una profondità variabile dai 2 ai 6 metri e
quindi le due sette litri che ho appresso sono senz'altro
un'ottima scorta d'aria, in più ho una stage da 7 litri che porto
con me, quindi ben tre fonti respirabili indipendenti!!
Ad un certo punto si emerge in una campana d'aria e Max, che
fra noi è il conoscitore di questa grotta, ci indica un bivio,
a sinistra si accede al ramo attivo, mentre a destra si
percorre un condotto subacqueo che ci porta al prossimo
sifone.
inutile dire che già nel briefing pre-immersione avevamo
concordato di esplorare sia il ramo attivo che il resto!! così
la decisione è quella di dare prima un'occhiata alla parte
iniziale del ramo attivo. Per passare quì risulta
indispensabile la configurazione all'inglese, per passare devo
portare la stage davanti a me ed appiattirmi fra le rocce.. un
pò tipo i gechi quando scappano attraverso le fessure sotto le
porte dove sembra che non ci passi nemmeno un foglio di carta!
..ecco mi sento come uno di loro, ho la pancia e la schiena
che strusciano sulla roccia e per passare devo letteralmente
strisciare in mezzo alla roccia!! Nel frattempo Guardo
Alberto, che molto più magro sgattaiola più velocemente...
heheheh e poi.. lui è il Don Cave! non scordiamoci!!
Il ramo attivo ha di bello che non si intorbidisce, perché
essendo la parte, appunto "attiva", cioè portante di acqua, ha
un continuo ricambio che contribuisce a renderla costantemente
limpida.
Percorriamo qualche decina di metri,
arriviamo in una zona più ampia dove possiamo voltarci e dopo
aver contemplato la visione d'insieme che ci regala questo
dedalo di rocce, torniamo strisciando verso la campana d'aria
per poi infilarci nel tunnel che ci porterà al sifone.
qui decidiamo di sagolare, non dimentichiamoci che i due
"loschi individui" (Max e Alberto) vogliono vedere come me la
cavo in tutte le situazioni.
Così fisso la cima del reel ed inizio a
svolgere la sagola lungo il percorso, anche quì, essendo un ramo
di "troppopieno" e quindi allagato per effetto dei vasi
comunicanti, l'acqua è piuttosto ferma e quindi la bellissima
visibilità iniziale lascia presto il posto ad color caffellatte
decisamente denso..
Siamo senza pinne ed i movimenti subacquei
sono regolati da una propulsione dettata dal tirarsi avanti
spingendo con i piedi o tirando con le mani.. dopo aver percorso
tutto il tratto subacqueo affioriamo nella parte asciutta.. ma
prima di proseguire Alberto propone di farmi fare un paio di volte
avanti - indietro nel condotto subacqueo con la visibilità ridotta
a zero per vedere come gestivo la situazione. Aiutato dai piedi
senza le pinne e dal sedimento presente sul fondo, rende l'acqua
praticamente color fango e poi sorridendo mi dice che ora è
perfetto per gli esercizi da fare :-) ..io che mi diverto da
morire a fare queste cose non aspettavo altro e così ci rinfiliamo
a percorrere questo passaggio al buio completo!!
Finiti gli esercizi torniamo alla parte "asciutta", lasciamo le
stage in acqua, ci arrampichiamo sulla roccia e portiamo, invece
le attrezzature con le bombole all'inglese nel punto più in alto.
una volta liberi dagli imbraghi accendiamo la lampada al carburo
sul casco di Max... "questa è la vera luce della grotta" ..afferma
lui sorridente.. e iniziamo a percorrere il lato asciutto (si fa
per dire) nel suo dedalo di sali scendi costellato da bellissime
stalattiti e stalagmiti, ad un certo punto con una cima ci si
inerpica in cunicolo più in alto che finisce in un punto che ci
incuriosisce molto... un bel pò di tempo lo dedichiamo a questa
parte all'asciutto, che merita veramente di essere visitata..
piena di strettoie, pozze e giochi di forme creati dall'alternarsi
delle formazioni calcaree, è veramente un "parco delle meraviglie"
della speleologia!!
dopo un bel pò torniamo alle attrezzature, che reindossiamo
prontamente.. erogatori in bocca e ci dirigiamo di nuovo verso il
ramo attivo, questa volta lo percorriamo più in fondo.. è
bellissimo!!
passiamo circa tre ore all'interno della cavità, al termine delle
quali usciamo scivolando dal foro di uscita dell'acqua verso la
pozza all'aperto :-)
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29/06/2009 : Grotta
il
Tinello
