RMS TITANIC

Pagina commemorativa del centenario dell'affondamento

RMS TITANIC

La RMS Titanic è stata una nave passeggeri britannica della classe Olympic, diventata famosa per la collisione con un iceberg avvenuta nella notte del 14 aprile 1912 e il conseguente drammatico affondamento avvenuto nelle prime ore del giorno successivo.

 

Costruito presso i cantieri Harland and Wolff di Belfast, il Titanic rappresentava la massima espressione della tecnologia navale ed era il più grande e lussuoso transatlantico del mondo. Durante il suo viaggio inaugurale, entrò in collisione con un iceberg alle 23:40 (ora della nave) di domenica 14 aprile 1912. L'impatto provocò l'apertura di alcune falle lungo la fiancata destra del transatlantico, che affondò 2 ore e 40 minuti più tardi (alle 2:20 del 15 aprile) spezzandosi in due tronconi.

 

Nel naufragio persero la vita 1523 dei 2223 passeggeri imbarcati compresi gli 800 uomini dell'equipaggio. L'evento suscitò un'enorme pressione sull'opinione pubblica e portò alla convocazione della prima conferenza sulla sicurezza della vita umana in mare.

 

La costruzione del RMS Titanic,  iniziò il 31 marzo 1909; lo scafo fu varato il 31 maggio 1911 e le sovrastrutture furono completate il 31 marzo dell'anno seguente.

 

Alla consegna il transatlantico costò circa 7 milioni di dollari (400 milioni di dollari odierni), il biglietto di sola andata per New York, in prima classe, costava 3.100 dollari dell'epoca (circa 70.000 dollari odierni), quello di terza classe solo 32 dollari (circa 700 dollari odierni); inviare un telegramma privato di 10 parole dal servizio telegrafico di bordo costava 2 dollari (l'equivalente di 50 dollari odierni).

Il Titanic era lungo 269 metri e largo 28, aveva una stazza di 46.328 tonnellate e l'altezza del ponte sulla linea di galleggiamento era di 18 metri (53 metri l'altezza totale). Sebbene avesse la stessa lunghezza dell'Olympic, aveva un tonnellaggio lordo maggiore per via del maggiore spazio interno, dovuto principalmente alla chiusura di parte della passeggiata sul ponte "A" con finestre parzialmente apribili.

Caratteristiche Generali
Dislocamento 59.052
Stazza Lorda 46.328 tsl
Lunghezza 269 m
Larghezza 28 m
Altezza 53,3 m
Pescaggio 18 m
Velocità 23 nodi
Carico 3547 persone

Solamente tre dei quattro fumaioli erano funzionanti, il quarto aveva solo la funzione di presa d'aria e fu aggiunto per rendere la figura della nave più imponente; erano dipinti in giallo e nero, come voleva la tradizione della White Star, mentre il rosso era il colore della Cunard.

La rotta che fu fatale al Titanic.
si può notare il punto approssimativo del naufragio.

Ora giace sul fondo dell'Oceano Atlantico

  Il Capitano Edward John Smith
   

Il Titanic era un gioiello di tecnologia ed era ritenuto «praticamente inaffondabile, avrebbe potuto galleggiare anche con due dei compartimenti intermedi allagati oppure con tutti i primi quattro compartimenti di prua allagati. Lo scontro con l'iceberg causò però l'allagamento dei primi cinque compartimenti prodieri.

 Titanic Iceberg Questa è l'unica fotografia disponibile dell'Iceberg che affondò il Titanic, scattata pochi giorni dopo il disastro dal marinaio ceco Stephan Rehorek

 Il 14 aprile, dopo quattro giorni di navigazione, intorno alle 13:30 il capitano consegnò a Bruce Ismay un messaggio appena ricevuto dal vapore Baltic, che segnalava la presenza di ghiaccio a 400 km sulla rotta del Titanic: tuttavia, il capitano non diminuì la velocità. Il direttore della White Star non diede eccessivo peso alla cosa e giudicò sufficiente spostare la rotta del transatlantico sulla Outward Southern Track, un corridoio di navigazione concordato per le navi di linea. I due uomini discussero anche della velocità decidendo di portarla al massimo possibile. Nelle ultime 24 ore, infatti, erano state percorse ben 546 miglia e c'era la possibilità di arrivare a New York con un giorno di anticipo. Non fu mai chiarito di chi fu la responsabilità finale della decisione.

Alle 23:35 (ora locale della nave), le vedette Frederick Fleet e Reginald Lee videro un iceberg di fronte alla nave. L'avvistamento avvenne "a occhio nudo" a causa della mancanza dei binocoli, e quindi in ritardo. Dopo l'avvistamento, Fleet suonò tre volte la campana e telefonò al ponte di comando. Murdoch virò immediatamente a sinistra ordinando di mettere le macchine "indietro tutta", ma la nave viaggiava alla velocità di circa 22,5 nodi (velocità calcolata subito dopo dal 4º ufficiale Boxhall) e non riuscì a rallentare nel tempo necessario ad evitare l'impatto, in virtù dell'abbrivo del transatlantico.

Dopo il ritrovamento del relitto, in base alla posizione geografica si scoprì che la velocità effettiva al momento della collisione era di circa 20,5 nodi. Inoltre, a posteriori è stato ipotizzato che se Murdoch avesse mantenuto la direzione, la nave avrebbe subìto un violento impatto frontale contro l'iceberg, danneggiando i primi due compartimenti stagni e potendo probabilmente continuare la traversata verso New York. Il ghiaccio strisciò sulla dritta piegando le lamiere e provocando sei diversi squarci sotto la linea di galleggiamento. L'iceberg fotografato giorni dopo sul luogo del disastro pare esser proprio quello incriminato in quanto appariva colorato da due strisce, una rossa e la sottostante nera, i colori del Titanic.

Mentre l'acqua cominciava ad invadere i compartimenti furono immediatamente chiuse le porte stagne e il capitano Smith ordinò di scandagliare la nave. Secondo gli studi compiuti durante la progettazione, la nave sarebbe potuta rimanere a galla anche con quattro compartimenti allagati in successione, ma non se ad essi se ne aggiungeva un quinto (le sei fessure aperte dall'iceberg interessarono infatti i primi cinque compartimenti prodieri). Inoltre, le paratie stagne non superavano il ponte "E", che si trovava all'incirca a metà dell'altezza della nave. A causa di questo, l'affondamento della prua avrebbe fatto tracimare l'acqua verso gli altri comparti rendendo pressoché inutile il lavoro delle pompe elettriche.

I calcoli effettuati da Thomas Andrews rivelarono che il transatlantico sarebbe affondato entro un'ora e mezza o due ore al massimo. Fu dato quindi l'ordine di abbandonare la nave secondo le regole: Wilde si occupò delle scialuppe, Murdoch chiamò i passeggeri a raccolta, il 6º ufficiale Moody preparò la lista delle assegnazioni di ogni barca, il 4º fu mandato a svegliare gli altri. Bisognava assolutamente evitare di diffondere il panico, per quanto la situazione sembrasse ancora relativamente sicura. In effetti, l'unica anomalia era costituita dal terribile sibilo del vapore che fuoriusciva dalle valvole dei fumaioli, onde impedire lo scoppio delle caldaie. Lightoller raccontò che il vapore faceva un tale frastuono che mille locomotive rombanti in un tunnel non sarebbero riuscite ad eguagliarlo. Perfino i marconisti, il cui alloggio si trovava dietro la base del fumaiolo n. 1, avevano difficoltà a sentire le trasmissioni radio. «Non sentiamo nulla per il rumore del vapore», fu il messaggio ricevuto una ventina di volte dal piroscafo giapponese Ypiranga. In seguito, il comandante riuscì a farlo diminuire.

Il Titanic era dotato di 3.560 salvagenti individuali ma di sole 16 scialuppe (più 4 pieghevoli) per una capacità totale di 1178 posti, insufficienti per i passeggeri e l'equipaggio. Le operazioni di carico si svolsero rispettando l'ordine del capitano, che indicava di far salire "prima le donne e i bambini". L'equipaggio equivocò questo ordine impedendo agli uomini di salire sulle scialuppe, ma in realtà il capitano intendeva dire che gli uomini avrebbero potuto salire in seguito se fosse rimasto spazio libero. La prima scialuppa fu calata alle 00:40 dal lato destro con sole 28 persone a bordo; poco dopo ne fu calata una con solo 12 persone, sebbene le loro capacità fossero di 65 passeggeri. Sprecando tre quinti dei posti disponibili, molte delle scialuppe vennero calate in mare mezze vuote.

Da parte loro, i passeggeri tendevano a considerare la faccenda uno scherzo: se qualcuno aveva il salvagente veniva preso in giro, mentre altri esibivano blocchetti di ghiaccio come souvenir. L'orchestra si posizionò addirittura nel salone di prima classe e cominciò a suonare musica sincopata; si spostò poi all'ingresso dello scalone sul ponte lance.

Intanto, poco dopo mezzanotte, il 4º ufficiale Boxhall scorse le luci di una nave a circa 10 miglia di distanza (si trattava del Californian) e fu autorizzato da Smith a sparare gli otto razzi di segnalazione, uno ogni cinque minuti, senza alcun risultato. Più o meno allo stesso momento, il comandante si recò personalmente in sala radio a consegnare una richiesta di aiuto ai due marconisti, i quali, a partire dalle 00.45 cominciarono ad inviare l'SOS, il nuovo segnale di soccorso.

La nave più vicina era il Carpathia, distante 58 miglia; il marconista Cottam restò allibito quando ricevette un messaggio di soccorso dal celebre transatlantico al viaggio inaugurale e svegliò di corsa il capitano Arthur Rostron per comunicare la notizia. Subito fu dato ordine di invertire la rotta e dare tutto vapore, ma il Carpathia sarebbe giunto sul posto in non meno di quattro ore. Nell'ultimo messaggio captato dal Carpathia, alla 1:45, il marconista inviò: «Vieni il più presto possibile, amico. La nostra sala macchine si sta riempiendo fino alle caldaie.»

Un'ora dopo l'impatto con l'iceberg, il Titanic aveva imbarcato almeno 25 milioni di litri d'acqua e la situazione cominciò ad assumere aspetti drammatici; il ponte di prua si stava inondando e tutte le scialuppe tranne due si erano già allontanate. A bordo rimanevano ancora più di 1.500 persone. Alcuni passeggeri tentarono di assaltare le ultime lance e il 5º ufficiale Lowe si vide costretto a sparare alcuni colpi di pistola in aria per allontanare la folla. Anche il Commissario di bordo sparò due colpi di pistola in aria, mentre Murdoch sventava un assalto alla barca n. 15.

Secondo le testimonianze dei sopravvissuti, e tramite le ricostruzioni effettuate grazie al relitto, si è stabilito che verso la 1.30 la prua della nave era completamente sommersa, con la poppa fuori dall'acqua. Prima di ritirarsi in plancia, sembra che il capitano abbia invitato i passeggeri ad esser galantuomini, diramando poi l'ordine si salvi chi può, liberando l'equipaggio dal suo lavoro.

Verso le ore 2:10 la poppa si era sollevata al punto da formare un angolo di 30° con la superficie del mare, stagliandosi contro il cielo stellato. La forza terrificante generata dall'emergere dello scafo provocò il lento schiacciamento della chiglia e la dilatazione delle sovrastrutture, che portarono lo scafo quasi al punto di rottura. Secondo i calcoli effettuati dagli scienziati della spedizione del 1997, sul Titanic agì in quel momento una pressione di tre tonnellate per centimetro quadrato. La ciminiera di prua si staccò, mentre l'acqua ruppe i vetri della cupola e inondò lo scalone riversandosi nella nave.

Alle 2:20 anche la parte poppiera si inabissò, portando a termine la breve vita del Titanic.

   
L'affondamento in un dipinto d'epoca di Willy Stöwer.  Sopravvissuti a bordo di una zattera smontabile, visti da bordo del Carpathia

IL RELITTO

L'ipotesi di trovare il relitto del Titanic nacque poco dopo l'affondamento. I rilievi batimetrici, già nel 1912, indicavano una profondità oceanica di 3.800 m nella zona del naufragio, troppo grande per la tecnologia dell'epoca. Oggi è noto che il relitto giace a circa 1.600 km di distanza da New York e a circa 650 km da Capo Race a Terranova (al momento del ritrovamento, Ballard indicò la distanza di 375 miglia da St. John's e 1.000 miglia da Boston). Al tempo si calcolava che il relitto fosse al largo dei Banchi di Terranova. a circa 900 km da Capo Race, alle coordinate - poi dimostratesi errate - di 41°46' N di latitudine, 50° 14' W di longitudine.

Nessun tentativo fu compiuto fino al 1º settembre 1985, quando una spedizione congiunta franco-americana condotta da Jean-Louis Michel e Robert Ballard del Woods Hole Oceanographic Institution, localizzò e fotografò l'intero relitto, a 22 km di distanza dal luogo dove si supponeva si trovasse. Esso giace a circa 486 miglia dall'isola di Terranova, ad una profondità di 3.787 m, su un fondale fangoso, ai piedi della scarpata continentale nordamericana, pertanto proprio sulla piana abissale.

Le coordinate esatte sono: 41°43′55″N 49°56′45″W / 41.73194°N 49.94583°O / 41.73194; -49.94583.

La scoperta più interessante fu che la nave si era spaccata in due tronconi, con la sezione di poppa situata a 600 metri di distanza dalla prua e rivolta in direzione opposta.

C'erano testimonianze discordanti sul fatto che la nave si fosse spezzata e le inchieste successive conclusero che la nave era affondata intatta. Per esempio, il 2° ufficiale Lightoller e il colonnello Gracie affermarono sempre che lo scafo naufragò intatto, e così pure Lawrence Beesley nel suo libro The Loss of the Titanic. Secondo i disegni riportati nel libro di Ballard, è probabile che la rottura si sia verificata poco sotto il livello dell'acqua, facendo così intuire (non vedere) l'avvenuta rottura. Ciò che i testimoni videro fu infatti l'improvvisa discesa del ponte di poppa sulla superficie per poi rialzarsi in posizione verticale.

Si stabilì che la prua affondò con un angolo di discesa accentuato, arando il fondale marino dopo il distacco dalla poppa e sotterrandosi per circa 18 metri. La poppa, invece, si devastò completamente a causa dell'aria contenuta al momento dell'affondamento, che ebbe l'effetto di scardinare scafo e ponti. Alla devastazione contribuì anche l'elevata velocità di impatto col fondale, dato che la poppa era appesantita dalle mastodontiche motrici alternative che ancora oggi si trovano imbullonate nella posizione originale. I tronconi della nave affondarono a gran velocità, tanto che si stima abbiano raggiunto il fondale solo dopo 5 minuti e non circa 2 ore dopo, come si calcolò in passato tenendo presente la più lenta discesa di un relitto integro.

Per quanto riguarda i fumaioli, di essi non è stata trovata quasi alcuna traccia. Il n. 1 si staccò quando la nave era ancora in superficie, mentre gli altri si ritiene possano essersi staccati dopo 300 m di profondità, a causa della pressione dell'acqua. Tutti, comunque, si sono spostati di diversi chilometri dal luogo del naufragio per effetto delle correnti marine.

Attorno al relitto si trova una gran quantità di rottami, arredi, stoviglie e oggetti personali dispersi nel raggio di circa un miglio quadrato. I corpi umani e i materiali deperibili come il legno sono stati divorati in brevissimo tempo dagli organismi marini.

 


Robert Duane Ballard nasce a Wichita in Kansas il 30 giugno 1942, ed è il direttore e professore di oceanografia all' Istituto di Archeologia Oceanografica dell'Università di Rhode Island, molto noto per i sui lavori di ricerca in archeologia subacquea, divenuto famoso in tutto il mondo per le scoperte e localizzazioni dei relitti del RMS Titanic nel 1985, la corazzata Bismarck nel 1989, l'RMS Lusitania nel 1993 e il relitto della portaerei USS Yorktown nel 1998.

nell’estate dell’85 Ballard, a capo di un gruppo di Woods Hole e in collaborazione con ricercatori francesi, arrivò sulla nave scientifica Knorr nella zona dove 73 anni prima era affondato il Titanic. Il suo asso nella manica era una sorta di «slitta» sommergibile chiamata Argo, sviluppata dalla Marina degli Stati Uniti e estremamente innovativa per l’epoca, equipaggiata con luci stroboscopiche e fotocamere capaci di lavorare a grandissime profondità, comandate a distanza e orientabili. Ballard, anche in questo caso, convinse i responsabili tecnici della Marina che la ricerca del relitto poteva essere un ottimo banco di prova per il loro sistema, nonché un modo per mettersi in luce con i superiori. Mesi di ricerche su un’area immensa finché, il 1 settembre del 1985, l’ecoscandaglio di Argo individuò il relitto e ne scattò le prime immagini.

Un anno dopo, nel luglio del 1986, Ballard tornò finalmente sul luogo del ritrovamento con un sommergibile Alvin, scendendo personalmente a visitare il relitto e riprenderlo (è l’avventura a cui si ispirano le scene iniziali del film di Cameron). Da lì in poi le spedizioni verso il relitto, con mezzi pilotati o comandati a distanza, sono diventate quasi ordinaria amministrazione. E molte delle tecnologie sperimentate per la ricerca del Titanic sono poi diventate dotazioni standard delle spedizioni oceanografiche.

 

Lo scafo del Titanic non si presenta in buone condizioni, tutt'altro . Mentre si riteneva, prima della scoperta del relitto, che il freddo (l'acqua a quella profondità ha una temperatura di 4° C), il buio, le correnti di fondo e la scarsità d'ossigeno disciolto nell'acqua avessero pressoché preservato lo scafo del Titanic integro dalla ruggine, la realtà si presentò ben differente.

Diversi scienziati, tra cui Robert Ballard, ritengono che le visite turistiche al relitto stiano accelerando il processo di degrado. Microrganismi marini stanno progressivamente consumando il ferro del Titanic fin dal momento dell'affondamento, ma a causa del danno aggiunto dai visitatori la National Oceanic and Atmospheric Administration americana stima che "lo scafo e la struttura della nave potrebbe collassare sul fondale oceanico entro i prossimi 50 anni" (entro 80-100 anni secondo altre stime). Il libro di Ballard Return to Titanic, pubblicato dalla National Geographic Society, include fotografie che evidenziano il degrado del ponte superiore causato dal posarsi dei batiscafi.

Gli scienziati della spedizione sottomarina del 1997 hanno collocato sulla parte più corrosa del relitto, a prua, una specie di esca con negativi fotografici. Dopo qualche giorno si sono accorti che la gelatina della pellicola era stata intaccata dai batteri che si nutrono di ferro, calcolando che in cento anni circa il 20% della prua è già stato consumato. Secondo gli studiosi, il Titanic è letteralmente "divorato" dai batteri e col passare dei secoli si trasformerà in polvere e minerale ferroso.

Nel dicembre 2010 gli scienziati dell'Dalhousie University di Halifax (Canada) e dell'Università di Siviglia (Spagna) hanno reso pubblici i risultati di nuove analisi su reperti prelevati dalla nave responsabili delle formazioni rugginose chiamate rusticles causa del degrado dello scafo e hanno isolato una nuova specie di batteri, mai trovata a quella profondità e chiamata Halomonas titanicae.

 

 

BIBLIOGRAFIA

  • Robert D. Ballard, Il ritrovamento del Titanic, Milano, Mondadori, 1987.
  • Roy Brander, The RMS Titanic and its Times: When Accountants Ruled the Waves, lettura memoriale di Elias P. Kline, ottobre 1998
  • John P. Eaton, Charles A. Haas, Titanic: Triumph and Tragedy (2ª ed.), W.W. Norton & , 1995, Robert Gardiner, Dan Van der Vatcittà Casale Monferrato, I due Titanic: l'enigma di un disastro voluto e di una truffa colossale, Piemme, 1997.
  • Jean Pierre Keller, Sul ponte del Titanic, Elèuthera, Milano 1997
  • Donald Lynch, Ken Marschall, Titanic: An Illustrated History, Hyperion, 1995,
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  • Don Lynch, Ken Marschall, Titanic: la storia illustrata, Alberto Maioli editore, Milano 1992
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